Poetica
"La vocazione nativa si tramutava così in genialità e per i supporti sociali e ideologici che egli ha saputo dare alla sua arte e per quella abilità tecnica completa che lo scultore dava in mano al suo genio per padroneggiare ogni sorta di materia
La sua provincialità ed il suo isolamento, dunque, scaturiscono dal suo pudore e dalla sua tensione ideale ed egli, a buon titolo e a ragione, deve occupare un posto preminente nella scultura del XX secolo.
La sua arte, infatti, a prescindere da Michelangelo e dal Pollaiolo, ai quali Correale si sente religiosamente attaccato e di cui resta umilmente ammirato, risale a Rodin, che alla scultura ha recuperato le caratteristiche essenziali e ai seguaci di Rodin e cioè a Maillol, a Matisse, a Bourdelle, a Brancusi, ad Arp, a Moore e insieme e per altri aspetti a Giacometti e a Manzù. Tutti questi scultori per Correale più che modelli sono stati momenti eterni di studio e di meditazione, logos sorretto da tremori e vibrazioni, motivi da tenere con gioia serrati dentro lo spirito e chiari nella mente..."
(Carlo Antonio Pascale, Giuseppe Correale, in ARTE ITALIANA CONTEMPORANEA, ediz. La Ginestra, Firenze, 1979, pp 104/106)