Giudizi critici
Il mio primo impatto con lo scultore avvenne in occasione della mostra "Figurazioni del sacro" e trovai tra gli otto scultori del territorio reggino, il nome di Giuseppe Correale e mi rivedo ancora stupito per la fresca bellezza del san Giovannino, per il plastico e drammatico gruppo dell'Ultima cena, per il maestoso Crocifisso in legno e per le sue raffinate formelle in gesso della Via Crucis realizzate in bronzo nel Santuario di Polsi...Lo scultore non si è lasciato adescare dai falsi miti del linguaggio artistico attuale, conquista la materia, segno su segno, costruendola, dall'interno, di una sintesi tra spirito e realtà.
Osserva le cose come sono e gli ispirano una vitale possanza della forma che consente una lettura ed una interpretazione vibrante della poesia, della verità, della vita e della bellezza..la ricchezza delle esperienze è varia, tuttavia il ritorno è sempre alla spontaneità ed alla sorgente di ispirazione radicata nel suo animo. Comunque ricordiamo le pallide suggestioni di Giacometti, di Manzù, di Moore dai quali si limita a cogliere sfumature senza lasciarsi sopraffare. Ma i problemi di luce, di grazia, di plasticismo, di sofferenza sono elementi che appartengono ad ogni artista e patrimonio quindi collettivo che ognuno pone nell'intimo della sua più o meno personale interpretazione e quella di Correale è suggestione di un momento ed un trarre utile insegnamento..."
"Giuseppe Correale scultore" di Fortunato Valenzise in Calabria sconosciuta - rivista di cultura e turismo, anno XXVII, n. 103, luglio - settembre 2004